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Il Jeet Kune Do (JKD) è il metodo di combattimento totale e non ortodosso, messo a punto dal celebre attore-marzialista Bruce Lee.

Nel JKD  si impara a padroneggiare ognuna delle distanze di combattimento: il praticante è un combattente completo, e quindi deve saper calciare, boxare, usare il trapping, lottare in piedi, lottare a terra, ecc…

Bruce Lee

Origini

Quando nel ’59 si trasferì a San Francisco Bruce Lee, già ottimo combattente di Wing Chun Kung Fu, iniziò ad interessarsi anche di altre arti marziali e sport da combattimento, rendendosi conto dei limiti del Wing Chun, non così efficace contro combattenti fisicamente forti e molto aggressivi come gli americani. Focalizzò il proprio interesse soprattutto sulla Boxe occidentale (Western Boxing), sulla Scherma occidentale (Fencing), sulla Savate (Boxe Française), sul Taekwondo, sul Chin Na, sul Ju Jitsu tradizionale giapponese, sul Judo, sul Serak Silat, sul Choy Li Fut, sul Kali (Escrima, Eskrima, Arnis de mano).

Il “Non Stile” definitivo

Bruce Lee sosteneva che non esistesse uno stile migliore di tutti gli altri in assoluto, ma che ci fosse un metodo più indicato di altri in un dato momento del combattimento. Nel corso di un combattimento ad un dato momento corrisponde una certa distanza. Così, solo per fare un esempio, alla distanza lunga (la distanza dei calci) il Taekwondo batte il Pugilato e il Grappling, alla distanza media (la distanza dei pugni) il Pugilato batte il Taekwondo e il Grappling, alla distanza corta (la distanza del trapping) il Silat e il Kali vincono sugli altri stili, mentre alla distanza cortissima (la distanza della lotta in piedi e della lotta a terra) il Grappling è risolutivo. Bruce Lee riteneva che, per poter affrontare qualsiasi avversario, un buon artista marziale dovesse essere completo: era quindi indispensabile che il Jeet Kune Do (JKD) insegnasse a prevalere in tutte le distanze di combattimento.

Tra il 1964 e il 1973 Bruce Lee e Dan Inosanto, analizzarono centinaia di sistemi di combattimento, selezionando elementi solo da 26 di essi. Il che naturalmente non significa che il JKD (Jeet Kune Do) sia la somma di 26 diversi stili: per molti stili il contributo tecnico fu solo del 5-10%, in altri casi solo teorie o metodologie di allenamento o attrezzi da allenamento vennero assimilati. Il continuo processo di evoluzione del JKD (Jeet Kune Do) ebbe una prima codificazione quando nel 1970, a seguito di un incidente, costretto a letto, Lee iniziò un’intensa attività di elaborazione filosofica e metodologica. E’ a quel periodo di forzata inattività fisica che si deve la stesura del libro “Tao of Jeet Kune Do”, edito postumo nel 1975 dalla Ohara Publications, e in Italia nel 1983 con il titolo “Jeet Kune Do – Il libro segreto di Bruce Lee” dalle Edizioni Mediterranee.

Metodologia di allenamento

Nel Jeet Kune Do (JKD), grazie alla visione pratica e poliedrica del fondatore, si utilizzano tutti gli strumenti adatti a sviluppare le qualità di un buon combattente, il sacco leggero e pesante, i focus gloves, i pao, scudi leggeri e pesanti, ecc. …

Jeet Kune Do Logo

Il logo del Jeet Kune Do

La figura al centro detta “Yin e Yang” rappresenta il Tao: l’uno indiviso che contiene in un’unione armonica tutti gli opposti.

Intorno al Tao ci sono due frecce che rappresentano il movimento, la costante evoluzione.

Il tutto è circondato da un inscrizione in caratteri cinesi che recita il motto del Jeet Kune Do (JKD): “Using no way as way, having no limitation as limitation” (utilizzare la non-via come via, avere il non-limite come limite).

Me Vincent

Il M° Riccardo Rolandi con Sifu Vincent Raimondi, in un momento di relax alla fine di uno stage  presso il Centro Tian Qi.

jeet kune do kanji BIG

JEET KUNE DO, dal Cinese Cantonese: “la via del pugno che intercetta”.

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